sabato 28 dicembre 2013

Spagna: si potrà di nuovo morire di aborto


In Spagna il Governo di destra del premier Rajoy ha approvato un disegno di legge che cancella il diritto di scelta delle donne in materia di aborto e riporta il paese indietro di  quasi trent'anni, quando l'interruzione di gravidanza era prevista solo in 3 casi: stupro, malformazione del feto e rischio per la salute della madre. Anzi, si va oltre perché, secondo la nuova normativa, la malformazione del feto può giustificare l'aborto solo nel caso che comporti un rischio concreto per la vita del nascituro.
Si tratta di un atto gravissimo, che, appena confermato dal Parlamento, dove la destra ha una maggioranza schiacciante, porterà ad un ritorno massiccio dell'aborto clandestino, con tutti i rischi per la salute e la vita delle donne che ciò comporta. Le donne che hanno meno possibilità economiche torneranno a rischiare di morire d'aborto e le altre saranno costrette ad andare all'estero per interrompere la gravidanza.
Tutto questo ci riguarda molto da vicino, non solo per la naturale solidarietà con le donne spagnole, di cui viene così calpestato un diritto faticosamente conquistato, ma anche perché quanto accade oggi in Spagna potrebbe avvenire pure in Italia, dove l'attacco alla legge 194 è costante a causa dell'aumento progressivo di un'obiezione di coscienza sempre più diffusa e selvaggia.
Senza considerare che l'ingerenza della Chiesa nel determinare le politiche dei governi italiani non è certo inferiore a quella che si riscontra nel paese iberico.
E' necessaria una mobilitazione di carattere europeo per contrastare l'arretramento spagnolo in tema di diritti civili, una mobilitazione che coinvolga tutte le realtà culturali, sociali, politiche laiche e progressiste.
Il prossimo 8 marzo può essere un primo appuntamento che dia piena visibilità a tale mobilitazione.
Per una Spagna, un'Italia, un'Europa in cui siano rispettati i diritti e si affermi pienamente la laicità dello stato.
Libere tutte – Firenze 27 dicembre 2013

lunedì 23 dicembre 2013

Un'altra Europa: quella che non mette in discussione diritti e laicità

Un grave attacco all'autodeterminazione delle donne è venuto nei giorni scorsi dal Parlamento Europeo, che ha bocciato la proposta di risoluzione con cui la parlamentare portoghese Estrela, a sostegno dei diritti delle donne e delle persone LGBTI, sollecitava gli stati membri dell'Unione affinché sviluppassero una legislazione che permettesse ad ogni persona di vivere liberamente la propria  sessualità e di decidere  se interrompere la  gravidanza senza alcun rischio.
La risoluzione proposta era contenuta in una relazione sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi e si presentava come la logica conseguenza di una lunga serie di dichiarazioni e risoluzioni di organismi internazionali in materia.
Determinante per la bocciatura della proposta è stata l’astensione di sette parlamentari del PD.
In Italia, come sappiamo bene, l'applicazione della legge 194 incontra notevoli difficoltà a causa del progressivo aumento dell'obiezione di coscienza del personale sanitario, favorendo il ritorno all'aborto clandestino. Anche in Toscana il servizio di IVG è a rischio.
Contemporaneamente sta crescendo in Europa, ad opera dei vari Movimenti per la vita, una campagna contro l'autodeterminazione delle donne (sono state raccolte 2 milioni di firme sotto un testo che reclama l'abolizione delle leggi che permettono l'aborto), a cui si può certamente collegare la bocciatura, nel Parlamento Europeo, della proposta di risoluzione Estrela.
Si tratta di un arretramento assai pericoloso rispetto alle posizioni laiche e progressiste: sempre di più la politica si dimostra subalterna alla volontà dei poteri religiosi.
Siamo molto preoccupate e riteniamo, di conseguenza, che occorra intervenire con grande energia e con una forte mobilitazione per difendere la 194 e, più in generale, il diritto all'autodeterminazione in materia di orientamento sessuale e di maternità.

Libere tutte – Firenze


19 dicembre 2013