mercoledì 11 marzo 2015

Report dell'incontro "Libere di scegliere: sessualità, maternità e aborto ci appartengono. Difendiamo la legge 194"

D E C I D O    I O
25.2.2015
Circolo ARCI  Le Panche

Primo incontro della seconda edizione dell’iniziativa “DECIDO IO”, promossa ed organizzata da Libere Tutte  in collaborazione con l’ARCI.

Luisa Petrucci di Libere Tutte ha introdotto il tema dell’incontro, Libere di scegliere: sessualità, maternità e aborto ci appartengono. Difendiamo la 194, illustrandolo in relazione al ciclo di iniziative DECIDO IO, il cui filo conduttore è la libertà di decidere - l’autodeterminazione che le donne rivendicano da gran tempo.
Ha quindi evidenziato, a fronte di tale assunto, l’attuale drammatica difficoltà di esercitare il proprio diritto di scelta che le donne incontrano  quando intendono fare ricorso all’IVG  in base  alla Legge 194/78.
Si tratta infatti, nel caso della 194, di una legge largamente non attuata, a causa, principalmente, dell’obiezione di coscienza, prevista dall’art.9, che, presente a tappeto sull'intero territorio nazionale,  con una media del 70% di obiettori, in talune regioni sfiora il 90%.
L'obiezione, così come regolata nella 194 presenta una grave anomalia: gli obiettori sono tutelati dalla legge stessa a disobbedirle. Il personale sanitario può rifiutarsi di eseguire  gli aborti senza dover prestare alcun servizio supplementare.
Un diritto individuale, la libertà di scelta dell'obiettore, passa avanti, in tal modo, a un diritto collettivo, quello della libertà di scelta delle donne e della tutela della loro salute. Anche a livello europeo ci si è accorti di tale contraddizione, come dimostra l’ammonimento formulato l’8.3.2014 dal Comitato Europeo dei Diritti Sociali - che ha accusato l’Italia di violare i diritti delle donne a cui viene impedito di abortire a causa dell’elevato e crescente numero dei medici obiettori.
Nonostante la legge assegni alle Regioni il compito di controllare e garantire l'applicazione della legge stessa, molte di esse sono inadempienti e quindi agiscono nell'illegalità.
Ulteriore  preoccupazione desta il fatto che l'obiezione di coscienza venga sollevata, in gran parte, dalle giovani e dai giovani: il problema, di conseguenza, si aggraverà tra pochi anni con il pensionamento di molto personale non obiettore.
Tutto ciò ha fatto riemergere  la piaga degli aborti clandestini. E' lo stesso Ministero della Salute che nella relazione annuale del 2014  stima il numero degli aborti clandestini in 20.000 (15.000 praticati da italiane e 5.000 da immigrate).
L'obiezione di coscienza non si ferma all'IVG ma si estende anche alla contraccezione d'emergenza (la cosiddetta pillola del giorno dopo e pillola  dei cinque giorni dopo) considerata pratica abortiva dalle autorità cattoliche.
E' stata scritta  in proposito alla Ministra Lorenzin una lettera - alla quale hanno aderito molte associazioni - in cui si chiede di seguire la posizione assunta dalla Commissione Europea che nel mese scorso ha autorizzato l'uso della pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta medica.
Luisa Petrucci ha ricordato inoltre  quanto accaduto al documento dell'eurodeputata Estrela sui diritti sessuali,  riproduttivi e il diritto all'aborto, bocciato anche per “merito” di 6 parlamentari del PD, ed ha auspicato che il documento presentato dall'eurodeputato belga Tarabella (simile per molti aspetti a quello di Estrela) venga approvato dal Parlamento europeo.
Ha infine segnalato l’incidenza del depotenziamento dei consultori, il difetto di educazione delle e dei giovani alla maternità e paternità responsabile e l’esplosione del fenomeno delle baby mamme fornendone i dati riferiti al 2012 (Catania 395, Palermo 433, Napoli 1007) ed ha quindi concluso sottolineando ancora gli attacchi ai diritti sociali, economici e civili in atto e la conseguente necessità di muoversi concretamente. Un esempio di come con l'iniziativa e il movimento si riesca a raggiungere dei risultati lo si è avuto nel  giugno del 2013, quando, chiuso il servizio di IVG all'ospedale di Borgo San Lorenzo, il Coordinamento difesa 194, nato per l'occasione e composto da molte associazioni, esponenti dei partiti e dei sindacati riuscì ad ottenere la sua riapertura e un tavolo di confronto permanente fra la Regione e le associazioni.

In assenza di Maria (Milli) VIRGILIO di GIUd’IT per impegni professionali, Graziella RUMER MORI, ella pure di GIUd’IT oltre che di Libere Tutte, ne ha porto l’intervento come qui riassumiamo:
Milli Virgilio segnala l’attuale vanificazione della Legge 194 e mette in evidenza come, allo stato dei fatti, vada reimpostata la nostra linea di intervento. Le parole d’ordine La legge 194 non si tocca – Difendiamo la legge 194 risultano oggi inadeguate proprio in relazione al processo in atto di “svuotamento” della 194, attaccata non  direttamente in quanto legge, con iniziative legislative e/o giuridiche, ma mediante la sostanziale lesione dell’autodeterminazione femminile, attraverso l’obiezione di coscienza. Le criticità che, oltre all’obiezione, ostacolano l’ attuazione della 194 sono lo scarso utilizzo dell’aborto farmacologico, gli ostacoli alla prescrizione della pillola del giorno dopo e il difetto di educazione alla contraccezione. Dice Milli “la logica difensiva della legge è divenuta oggi insufficiente” e occorre quindi muoverci attivando concrete iniziative.
L’obiezione  comprime i diritti dei soggetti che subiscono la scelta dell’obiettore: le donne ed il personale non obiettore. Con l’obiezione, che non può essere trattata come un diritto privilegiato, senza oneri, viene legittimata l’inosservanza di leggi che tutelano diritti fondamentali, costituzionalmente garantiti, quali la salute e la libertà di scelta. I doveri vengono prima dei diritti (v. “Doveri costituzionali e obiezione di coscienza” di Federica Grandi - Napoli 2014 -) e, comunque , “il diritto delle donne ad interrompere la gravidanza non ha lo stesso rango di quello del medico ad obiettore perché per la donna è in discussione il diritto alla salute  e la libera scelta sul proprio corpo”…, “non ci può essere bilanciamento perché i professionisti che rivestono funzioni pubbliche, come quella del medico e infermiere, sono tenuti a rispettare i diritti fondamentali”. Il consolidamento dell’obiezione è arrivato in molti casi a determinare la c.d. obiezione di struttura, del tutto illecita in quanto contravviene al dovere degli enti ospedalieri e delle case di cura autorizzate di assicurare l’espletamento delle procedure e l’effettuazione degli interventi. Allo stato si registra la tendenza a rivendicare a tutto campo l’applicazione dell’esonero dei medici obiettori, arrivando alla pretesa da parte dei farmacisti e dei medici di base di estenderlo alla prescrizione della pillola del giorno dopo. L’obiezione di coscienza dei farmacisti è oggetto di progetti di legge presentati in questa legislatura. E’ in questo panorama che si inserisce l’azione di Zingaretti che nelle sue linee di indirizzo per la Regione Lazio ha prescritto che il personale operante nei Consultori Familiari non può esercitare l’obiezione di coscienza rispetto alle attività di attestazione dello stato di gravidanza  e della richiesta di effettuazione di IVG, nonché alla prescrizione della pillola del giorno dopo. L’immediato ricorso del movimento per la vita  al TAR del Lazio, da questo respinto, ha poi trovato parziale accoglimento in via di urgenza da parte del Consiglio di Stato che ha riconosciuto l’esonero del medico obiettore dall’obbligo di rilasciare il documento, mantenendo quello di prescrivere contraccettivi meccanici e postcoitali. Siamo in attesa della definitiva decisione del TAR.
Milli Virgilio, confermando la propria disponibilità a lavorare con noi, ha indicato  possibili iniziative da promuovere: raccolta dati numerici (per struttura e complessivi) per denunziare illegittime obiezioni di struttura; richiamo alle Regioni al  dovere di controllare e garantire l’attuazione della legge “anche attraverso la mobilità del personale” e sollecito affinché forniscano dati  sugli aborti  spontanei (spesso conseguenti ad aborti clandestini) nonché sui medici - distinti per età-, stante il prossimo pensionamento di molti medici non obiettori; richiesta alle Amministrazioni sanitarie di esporre al pubblico prospetti relativi ai turni ed alle fasce orarie di presenza dei medici non obiettori. Iniziative da discutersi in gruppi di lavoro interdisciplinari  che dovranno attivarsi anche per offrire un servizio di assistenza legale alle donne che, in difetto di applicazione della 194, subiscono danni o rifiuti.


INTERVENTO di Stefania La Rosa (Coordinamento difesa 194)

Nel giugno 2013 a seguito della decisione di chiudere il servizio di IVG (interruzione volontaria di gravidanza) e aborto terapeutico di Borgo San Lorenzo (per centralizzarlo all’IOT di Firenze) si è svolto un presidio davanti all’ospedale di Borgo S. Lorenzo. Durante il presidio è stata promossa una raccolta firme contro la chiusura del servizio.
Nasce da questo brutto episodio il “Coordinamento Difesa 194” per  il mantenimento del servizio di IVG presso tale ospedale e per la corretta applicazione della legge 194/78 in tutta la Toscana. Al Coordinamento aderiscono numerose associazioni e realtà, partiti politici e singole persone. Il Coordinamento - che raccoglie più di 350 cittadine e cittadini e oltre 20 tra associazioni e organizzazioni politiche - si è subito attivato con presidi, incontri, comunicati stampa.
Va detto che in quell’occasione è subito emerso il grave problema dell’obiezione di coscienza anche nella nostra regione. A Borgo infatti su 9 ginecologhe/i solo una/uno era non obiettore. Il Coordinamento ha quindi chiesto l’apertura di un tavolo regionale di confronto con le istituzioni sulla 194.
Tra i dati negativi va ricordata la bocciatura della mozione preparata con le consigliere regionali che avrebbe dato un   indirizzo politico alla Giunta per risolvere le difficoltà causate dall'obiezione di coscienza. La mozione prevedeva, tra le altre cose, l'impegno della Regione a assicurare i parametri di personale per una piena applicazione della legge, tutelando la professionalità del personale non relegandolo esclusivamente ai servizi di IVG (in merito il Coordinamento ha chiesto una verifica dell’Ordine dei medici sui carichi massimi di lavoro per medico). Si chiedeva anche l’istituzione di elenchi di medici obiettori e non obiettori, e che nei curricula di chi partecipava ai concorsi ospedalieri fosse esplicitata la posizione riguardo all’articolo 9 della 194 e di vincolare la scelta per un periodo di almeno tre anni. Altro punto importante:  garantire il servizio anche con  la mobilità del personale obiettore. Purtroppo la mozione è stata bocciata per un solo voto. I punti della mozione sono stati trattati al tavolo. Nell’ultimo incontro  ci è stato detto che non è stato trovato un accordo per problemi di privacy sugli elenchi obiettori/non obiettori ed è stato ipotizzato di creare una sorta di albo dei non obiettori su base volontaria.
Tra gli obiettivi positivi raggiunti abbiamo
·     il mantenimento del servizio a Borgo San Lorenzo;
·     la consegna al Coordinamento dei dati regionali sull’IVG con il dettaglio degli obiettori per struttura sanitaria; dai dati risultano forti sacche di obiezione in alcuni territori, come nella provincia di Massa, Lucca, Arezzo, Pisa, ecc. Stando ai totali ministeriali la Toscana ha una percentuali di obiezione del 55,5%, ma guardando alle nostre tabella ci sono zone in cui le percentuali sono molto  preoccupanti. E’ quindi indispensabile un monitoraggio costante. Il Coordinamento ha chiesto che vi sia una riduzione del personale obiettore non superiore al 50% in ogni struttura.  La Regione si è impegnata a consegnare la rilevazione sull'applicazione della L. 194 entro  il 15 gennaio   e per semplificare la rilevazione ha chiesto un  referente unico  per azienda;
·     l’avvio di una sperimentazione, la prima in Italia, per la somministrazione della RU486 nei consultori è attualmente in atto in quattro alcune  aziende,
·     la presa di posizione dell’Ordine dei medici sulla pillola del giorno dopo (non abortiva ma contraccettiva);
·     la presa in esame della richiesta di potenziamento dei consultori che verrà attuata anche tramite la condivisione di “best practise” sviluppate nelle singole aziende per poterne generalizzare l’uso;
·     l’attenzione all’informazione anche tramite mezzi innovativi (a Pisa se ne sta predisponendo uno per informare sui percorsi di nascita e IVG) e agli orari di accesso nei consultori per renderli fruibili alle giovani generazioni;
·     la necessità di far fronte al  rifiuto della pillola del giorno dopo (stanno seguendo un caso avvenuto in un pronto soccorso);
·     l’impegno a scrivere un verbale condiviso che renda noto i punti trattati e gli impegni presi nel tavolo.

Le rappresentanti del Coordinamento hanno partecipato a numerosi incontri ed eventi e hanno anche portato degli emendamenti al Piano Socio Sanitario in discussione la scorsa estate, proseguendo un lavoro già svolto dalle singole associazioni.
Concludendo il lavoro del Coordinamento è stato molto importante ed utile ed è una buona base per lo sviluppo di un lavoro costante a livello regionale. Il Coordinamento potrebbe anche proporsi come punto di raccolta per le donne per i disservizi rilevati sul territorio in modo da essere anche un riferimento per le donne. Importante è anche il lavoro che si sta svolgendo sul territorio fiorentino con il “Consultorio in piazza” che vede attive molte associazioni che fanno parte del coordinamento e che si propone di portare questi temi fuori dal privato in cui sono stati cacciati negli ultimi anni  e di sensibilizzare sul depotenziamento dei consultori per rilanciare i consultori stessi.


INTERVENTO di Leticia Zenevich: Ben contenta di essere con voi, in rappresentanza dell’organizzazione Women on Waves, consorella di Women on Web, vi parlerò del nostro progetto. La prima fu fondata nel 1999 in Olanda da Rebecca Gomperts partendo dell’idea che è possibile abortire al di fuori di ogni paese che vieti tale pratica, ove ci si trovi a bordo di una nave di un paese nel quale l’aborto sia legale; in tal caso la legge applicabile è quella del paese di appartenenza della nave stessa. La nave porta in giro una mostra di artiste in modo che non sia possibile capire se le donne che vi salgono visitino la mostra o facciano altro.
“Wessel”, un film del 2014, racconta la nostra storia partendo dall’esperienza di Women on Waves in vari paesi ( Polonia, Portogallo, Spagna e Marocco). Le nostre campagne miravano a far crescere in ogni paese la discussione sull’aborto guardando all’autonomia della donna nelle decisioni relative al proprio corpo non solo come a un diritto da rivendicare, ma come ad una parte della vita delle donne “inaccessibile” per lo stato, per la religione o altri attori sociali o politici. La metafora della nave rende bene l’idea della “sovranità” femminile che lo stato non può controllare per legge.
Nonostante il ruolo mediatico da esso svolto, l’uso della nave non rappresenta una modalità sostenibile e Rebecca lo ha sostituito istituendo un servizio di tele-medicina - Women on Web - che consente alle donne di tutto il mondo di fruire di consulenza medica on line. Le donne, via web, formulano domande di ogni tipo, ricevono spiegazioni ed istruzioni ed i medicamenti per abortire vengono loro forniti da un’organizzazione collegata con Women on Web.
Il nostro lavoro non mira solo ad assicurare alle donne la possibilità di accedere ad un aborto sicuro, ma vuole dimostrare che le donne possono esercitare i loro diritti riproduttivi senza l’intervento dello stato e del potere medico, standosene a casa loro.
La “sovranità” che, all’inizio del nostro lavoro, la donna ha dovuto cercare in acque internazionali, ora, con Women on Web, la trova ovunque. Gli stati hanno dei confini, l’autonomia di decisione  sul proprio corpo crediamo di no.
Sarò contenta di parlare con voi per sapere se potremo lavorare insieme.

Luisa PETRUCCI fa presente che Anna POMPILI, componente della FIAPAC ( International Federation for Professional in Abortion and Contraception) e del Coordinamento del Lazio degli operatori di contraccezione e aborto, impossibilitata a presenziare al nostro incontro, ha trasmesso un corposo e significativo intervento scritto che viene allegato al presente resoconto, come Anna ci ha abilitato a fare.

INTERVENTO di Agnese Fusco  (Libreria delle donne - Firenze)

L'autodeterminazione delle donne,filo conduttore della  Libreria delle donne, corre un serio pericolo.
Se è vero che i diritti non sono per sempre: quelli scritti con e sul corpo delle donne sono costantemente in bilico. La legge 194 è sotto attacco. Oltre alle aggressioni di tipo normativo o applicativo,  più subdolo e altrettanto pericoloso è l'attacco di tipo "culturale". L'immaginario collettivo è stato manipolato continuamente, estendendo arbitrariamente il concetto di vita, personalizzando ed esternalizzando il feto, assegnando alla donna il ruolo di contenitore di embrioni, creando un'aspettativa pubblica, rispetto alla gravidanza, di accettazione estatica o, in caso di IVG, di dolore inconsolabile e rimorso perenne. Il ricorso alla pillola del giorno dopo (e simili) viene ferocemente osteggiato, anche perché non provoca sofferenza di tipo fisico, non si vede il sangue ( "il prezzemolo tecnologico"), di conseguenza la donna non "espia" la sua sessualità. Vengono propagandate argomentazioni dissuasive (dall'IVG) di ogni tipo; ultimamente è stata tirata in ballo la SPA (sindrome post abortiva) sulla falsariga della sindrome postraumatica: non abortire,  perché ancora non lo sai, ma poi soffrirai. Vengono santificate le donne morte per portare a termine la gravidanza, creati cimiteri per feti, passano in continuazione, in fascia pomeridiana,  trasmissioni quali: 16 anni e incinta! Unico rimedio: informare, dotare di strumenti critici quante più persone possibile.

A conclusione dell’incontro, ricco di spunti, informazioni e indicazioni, Luisa Petrucci sottolinea che i tempi sono maturi, per dar vita a quel gruppo di lavoro proposto già due anni fa, durante l'iniziativa organizzata da Libere tutte in occasione del compleanno della legge 194, gruppo di lavoro che,  con l’apporto delle  diverse professionalità possa condurre attività di ricerca in ambito medico e giuridico, di  vigilanza e di tutela volte, oltre che all’ottenimento dell'attuazione della Legge 194/78,  ad individuare concreti correttivi delle criticità segnalate nel corso del presente incontro.



    

7 commenti:

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