Cecilia D’Elia presenta il suo libro: “L’aborto e la responsabilità. Le donne, la legge, il contrattacco maschile” (Ediesse 2008).
Introduce Grazia Zuffa. Coordinano Mara Baronti e Anna Picciolini.
La legge 194 ha compiuto trent’anni. Dalla sua approvazione la questione dell’aborto non ha mai smesso di essere un nervo scoperto del dibattito pubblico italiano, pronto a farsi sentire a ogni delicato passaggio della vita politica e culturale del nostro paese. A partire da una rilettura dei testi femministi e del dibattito politico e istituzionale dell’epoca, questo libro ricostruisce il processo di elaborazione del principio di autodeterminazione da parte delle donne e le vicende che portarono nel 1978 all’approvazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Sin da allora la questione dell’aborto rese evidente lo scarto tra la nuova coscienza della donne e le norme che avrebbero dovuto riconoscerla. L’autrice riparte da questo scarto e dalla diversità di piani tra le riflessioni del movimento femminista e il dibattito tra le forze politiche per offrire una rilettura di trent’anni di conflitti che hanno al centro il riconoscimento della soggettività femminile, della sua libertà e responsabilità.
Cecilia D'Elia, laureata in filosofia, femminista, fa parte del Consiglio scientifico del Crs. Impegnata da qualche anno nel governo locale, è stata prima presidente della Commissione delle elette della Provincia e poi assessore alle Pari opportunità del Comune di Roma. Attualmente è vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Roma.
La legge 194 ha compiuto trent’anni. Dalla sua approvazione la questione dell’aborto non ha mai smesso di essere un nervo scoperto del dibattito pubblico italiano, pronto a farsi sentire a ogni delicato passaggio della vita politica e culturale del nostro paese. A partire da una rilettura dei testi femministi e del dibattito politico e istituzionale dell’epoca, questo libro ricostruisce il processo di elaborazione del principio di autodeterminazione da parte delle donne e le vicende che portarono nel 1978 all’approvazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Sin da allora la questione dell’aborto rese evidente lo scarto tra la nuova coscienza della donne e le norme che avrebbero dovuto riconoscerla. L’autrice riparte da questo scarto e dalla diversità di piani tra le riflessioni del movimento femminista e il dibattito tra le forze politiche per offrire una rilettura di trent’anni di conflitti che hanno al centro il riconoscimento della soggettività femminile, della sua libertà e responsabilità.
Cecilia D'Elia, laureata in filosofia, femminista, fa parte del Consiglio scientifico del Crs. Impegnata da qualche anno nel governo locale, è stata prima presidente della Commissione delle elette della Provincia e poi assessore alle Pari opportunità del Comune di Roma. Attualmente è vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Roma.
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