Mentre spedivamo la lettera aperta è uscita la seguente presa di posizione del Presidente Enrico Rossi sulla Ru486.
“Il ricovero ordinario non è l'unica strada per somministrare la Ru486 in Toscana. La Regione, la prima ad acquistare la pillola abortiva all'estero già nel 2005, ha sì delle linee guida che prevedono la permanenza della donna in ospedale ma non dettano un obbligo: si può scegliere anche il day hospital. Le linee guida sono state fatte dai medici, cioè dal consiglio dei sanitari. Però non sono vincolanti, ogni professionista decide sotto la sua responsabilità, sia se rimandare la donna a casa dopo aver preso il farmaco, sia se farla restare ricoverata".
Successivamente, in un articolo su Il Manifesto del 27 luglio, esprimiamo soddisfazione per la presa di posizione di Enrico Rossi sulla Ru486 e sollecitiamo risposte alle altre questioni poste dalla lettera aperta.
“Il ricovero ordinario non è l'unica strada per somministrare la Ru486 in Toscana. La Regione, la prima ad acquistare la pillola abortiva all'estero già nel 2005, ha sì delle linee guida che prevedono la permanenza della donna in ospedale ma non dettano un obbligo: si può scegliere anche il day hospital. Le linee guida sono state fatte dai medici, cioè dal consiglio dei sanitari. Però non sono vincolanti, ogni professionista decide sotto la sua responsabilità, sia se rimandare la donna a casa dopo aver preso il farmaco, sia se farla restare ricoverata".
Successivamente, in un articolo su Il Manifesto del 27 luglio, esprimiamo soddisfazione per la presa di posizione di Enrico Rossi sulla Ru486 e sollecitiamo risposte alle altre questioni poste dalla lettera aperta.
IL MANIFESTO - 27.07.2010 Cronaca di Firenze
ANCORA AVANTI PER APPLICARE LA LEGGE 194
La rete di associazioni delle donne di Firenze "Libere Tutte" esprime soddisfazione per le aperture del presidente regionale Enrico Rossi riguardo all'uso della pillola abortiva Ru486 in regime di day hospital. Rossi spiega: "Quella farmacologica è una metodica di intervento per procurare l'aborto che si affianca a quella chirurgica. Si tratta di applicare la legge 194, come farlo è solo un dato tecnico, la cui competenza è prima di tutto dei medici e riguarda il rapporto speciale che c'è tra l'operatore e la paziente. Le linee guida regionali (che prevedono il ricovero di tre giorni, ndr) non sono vincolanti". Su questo punto era in corso una discussione: la Regione Toscana, seguendo le direttive nazionali che, proprio per scoraggiare l'utilizzo di tale metodica, prevedono l'ospedalizzazione di tre giorni, non aveva prospettato, a differenza dell'Emilia Romagna, la possibilità del day hospital. Come Libere Tutte avevamo inviato, nei giorni scorsi, una lettera aperta a Enrico Rossi che sollecitava un ripensamento della Regione al riguardo, e poneva anche altre questioni. Siamo convinte che le aperture del presidente siano importanti, ma riteniamo pure che, per una piena applicazione della legge 194, debbano essere prese dalla Regione le misure opportune per contrastare il sabotaggio strisciante della legge stessa, costituito dalla crescita progressiva dell'obiezione di coscienza. L'articolo 9 affida infatti alla Regione il compito di controllarne e garantirne l'attuazione, anche attraverso la mobilità del personale. Nella nostra lettera aperta chiedevamo anche la previsione di una corsia preferenziale presso i punti di pronto soccorso ospedaliero, per l'accesso alla contraccezione di emergenza nei giorni festivi e negli orari di chiusura dei consultori; l'istituzione di un apposito sito web che metta in rete realtà e risorse esistenti relative a queste tematiche; infine un incontro in cui poter discutere, con il presidente e con l'assessora alla sanità, delle questioni che abbiamo posto. Speriamo in una sollecita risposta a tutte le nostre richieste.
Luisa Petrucci di Libere Tutte - Firenze
Luisa Petrucci di Libere Tutte - Firenze
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