Aumenta l'obiezione di coscienza: a rischio l'applicazione della legge 194.
Lettera aperta al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
All’Assessora al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia
All’Assessore al Welfare ed alle Politiche Sociali Salvatore Allocca
Al Presidente della IV Comm. regionale Sanità e Politiche sociali Marco Remaschi
Alla Presidente della Comm. Pari Opportunità Teresita Mazzei
Al Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Antonio Panti
indirizziamo la presente lettera aperta per segnalare quanto segue:
Riemerge a livello nazionale la problematica relativa alla piena applicazione della Legge 194/78, con particolare riguardo al progressivo rilevante aumento della obiezione di coscienza che, dai dati di più recente rilevazione, risulta avere superato il 71% dei medici che esercitano la professione nelle strutture pubbliche.
Considerato il costante incremento del fenomeno, l’attuale esiguo numero di medici non obiettori (si parla di 150) e la previsione di pensionamento in relazione all’età degli stessi, è più che giustificato il diffuso timore che nell’arco del prossimo quinquennio la pratica dell’IVG, nelle forme di legge, rischi di incontrare ostacoli obiettivamente insormontabili, ove non si ricorra ad un adeguato rimedio, appunto, degli esiti dell’obiezione di coscienza.
E’ su questo tema che la rete di Associazioni Libere Tutte intende richiamare l’attenzione delle Autorità in indirizzo affinché vengano promosse fin d’ora iniziative atte a scongiurare che la donna in età fertile venga di fatto privata del diritto di accedere all’IVG, nella piena tutela del suo diritto alla salute ed all’autodeterminazione. Si rileva uno squilibrio tra il diritto all’obiezione delle operatrici e degli operatori sanitari e il diritto della donna alla piena e tempestiva applicazione della legge.
Lo spauracchio del riflusso nella clandestinità va eliminato fin da subito.
Abbiamo letto con apprensione il rapporto del recente convegno nazionale dell’AIGA (Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione della 194) e, pur riconoscendo che nell’ambito della nostra Regione la risposta all’applicazione della legge mantiene, rispetto ad altre Regioni, livelli abbastanza accettabili per l’utenza, non possiamo non segnalare la difficoltà incontrata nel tempo dai pochi medici non obiettori nella loro pesante quotidiana routine professionale.
Mancano comunque dati precisi in relazione all’interruzione della gravidanza tramite la somministrazione della RU 486, alla c.d. “pillola del giorno dopo” per la contraccezione d’emergenza ed alla tempestività o meno degli interventi.
Nell’immediato, e lo chiediamo, è necessario istituire un numero verde a cui le donne possano rivolgersi nei casi in cui si verifichino ritardi e inadempienze nell’applicazione della legge.
Sempre con attinenza alla maternità, dal nostro punto di osservazione, abbiamo avuto svariate occasioni di misurarci con il problema della parto-anelgesia.
Al riguardo avemmo a suo tempo assai positive segnalazioni circa la tecnica adottata presso l’Ospedale di Careggi, con la quale, mediante modestissimo impiego di oppiacei ( nella specie “remifentanest”), veniva consentito alla donna che ne faceva richiesta di partecipare attivamente al parto naturale, in una pressoché “naturale” assenza di dolore.
Ciò è quanto abbiamo recepito dal contatto con le donne che ne hanno fatto esperienza. Ci consta che attualmente tale pratica è stata dismessa e che, sia a Careggi che in altri ospedali fiorentini e non in tutti, ove richiesto, è possibile fare ricorso alla sola analgesia mediante peridurale; tecnica invasiva e non scevra di rischi che, peraltro, trova limiti di impiego a seconda dei soggetti.
Anche su tale problematica, che pure sottoponiamo all’attenzione di chi ci legge, vorremmo avere informazioni circa le ragioni della dismissione della parto-analgesia con oppiacei, che tanto favore aveva incontrato in chi l’aveva sperimentata, nonché circa la possibilità di reintrodurla.
Ringraziando per l’attenzione chiediamo quindi un sollecito incontro nel quale verificare insieme le soluzioni e le iniziative praticabili.
In prospettiva chiediamo venga istituito un tavolo regionale di confronto fra i vari soggetti, istituzionali ed associativi, che si occupano dei temi segnalati.
Salutiamo cordialmente
Firenze, 16 novembre 2011 Libere Tutte
Al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi
All’Assessora al Diritto alla Salute Daniela Scaramuccia
All’Assessore al Welfare ed alle Politiche Sociali Salvatore Allocca
Al Presidente della IV Comm. regionale Sanità e Politiche sociali Marco Remaschi
Alla Presidente della Comm. Pari Opportunità Teresita Mazzei
Al Presidente dell’Ordine dei Medici di Firenze Antonio Panti
indirizziamo la presente lettera aperta per segnalare quanto segue:
Riemerge a livello nazionale la problematica relativa alla piena applicazione della Legge 194/78, con particolare riguardo al progressivo rilevante aumento della obiezione di coscienza che, dai dati di più recente rilevazione, risulta avere superato il 71% dei medici che esercitano la professione nelle strutture pubbliche.
Considerato il costante incremento del fenomeno, l’attuale esiguo numero di medici non obiettori (si parla di 150) e la previsione di pensionamento in relazione all’età degli stessi, è più che giustificato il diffuso timore che nell’arco del prossimo quinquennio la pratica dell’IVG, nelle forme di legge, rischi di incontrare ostacoli obiettivamente insormontabili, ove non si ricorra ad un adeguato rimedio, appunto, degli esiti dell’obiezione di coscienza.
E’ su questo tema che la rete di Associazioni Libere Tutte intende richiamare l’attenzione delle Autorità in indirizzo affinché vengano promosse fin d’ora iniziative atte a scongiurare che la donna in età fertile venga di fatto privata del diritto di accedere all’IVG, nella piena tutela del suo diritto alla salute ed all’autodeterminazione. Si rileva uno squilibrio tra il diritto all’obiezione delle operatrici e degli operatori sanitari e il diritto della donna alla piena e tempestiva applicazione della legge.
Lo spauracchio del riflusso nella clandestinità va eliminato fin da subito.
Abbiamo letto con apprensione il rapporto del recente convegno nazionale dell’AIGA (Libera Associazione Italiana Ginecologi per Applicazione della 194) e, pur riconoscendo che nell’ambito della nostra Regione la risposta all’applicazione della legge mantiene, rispetto ad altre Regioni, livelli abbastanza accettabili per l’utenza, non possiamo non segnalare la difficoltà incontrata nel tempo dai pochi medici non obiettori nella loro pesante quotidiana routine professionale.
Mancano comunque dati precisi in relazione all’interruzione della gravidanza tramite la somministrazione della RU 486, alla c.d. “pillola del giorno dopo” per la contraccezione d’emergenza ed alla tempestività o meno degli interventi.
Nell’immediato, e lo chiediamo, è necessario istituire un numero verde a cui le donne possano rivolgersi nei casi in cui si verifichino ritardi e inadempienze nell’applicazione della legge.
Sempre con attinenza alla maternità, dal nostro punto di osservazione, abbiamo avuto svariate occasioni di misurarci con il problema della parto-anelgesia.
Al riguardo avemmo a suo tempo assai positive segnalazioni circa la tecnica adottata presso l’Ospedale di Careggi, con la quale, mediante modestissimo impiego di oppiacei ( nella specie “remifentanest”), veniva consentito alla donna che ne faceva richiesta di partecipare attivamente al parto naturale, in una pressoché “naturale” assenza di dolore.
Ciò è quanto abbiamo recepito dal contatto con le donne che ne hanno fatto esperienza. Ci consta che attualmente tale pratica è stata dismessa e che, sia a Careggi che in altri ospedali fiorentini e non in tutti, ove richiesto, è possibile fare ricorso alla sola analgesia mediante peridurale; tecnica invasiva e non scevra di rischi che, peraltro, trova limiti di impiego a seconda dei soggetti.
Anche su tale problematica, che pure sottoponiamo all’attenzione di chi ci legge, vorremmo avere informazioni circa le ragioni della dismissione della parto-analgesia con oppiacei, che tanto favore aveva incontrato in chi l’aveva sperimentata, nonché circa la possibilità di reintrodurla.
Ringraziando per l’attenzione chiediamo quindi un sollecito incontro nel quale verificare insieme le soluzioni e le iniziative praticabili.
In prospettiva chiediamo venga istituito un tavolo regionale di confronto fra i vari soggetti, istituzionali ed associativi, che si occupano dei temi segnalati.
Salutiamo cordialmente
Firenze, 16 novembre 2011 Libere Tutte
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