interventi
programmati di: Lucia Bagnoli, Mara
Baronti, Daniela Lastri, Marisa Nicchi, Antonio Panti, Monica Sgherri, Milli
Virgilio.
Introduzione
di Luisa Petrucci
Coordinamento
di Anna Picciolini
Luisa
Petrucci mette in evidenza come oggi, nelle strutture pubbliche, non abbia
più senso l'obiezione di coscienza che è
diventata un vero e proprio sabotaggio nei confronti della legge.
L'obiezione
di coscienza, che è una scelta individuale,
è diventata obiezione di
struttura.
Lo
Stato, seguendo le direttive del Vaticano, diviene sempre meno laico e sempre
più confessionale.
Le
statistiche ci dicono che le IVG sono diminuite, ma in effetti si riscontra un
notevole aumento delle donne costrette a abortire all'estero a causa delle
difficoltà che incontrano in Italia.
Rileva,
inoltre, lo scarso utilizzo, nel nostro Paese (in particolar modo dovuta
all'opera di dissuasione) della metodica dell'intervento farmacologico.
E,
infine, riporta le osservazioni che le associazioni delle donne hanno
presentato in relazione al PISSR sull'applicazione della legge 194 che sono
divenute poi indicazioni alle consigliere regionali di maggioranza per
l'elaborazione della loro mozione (v. in allegato le proposte delle
associazioni)
Lucia Bagnoli, ginecologa che fa parte della LAIGA: ha affermato, che è tempo di non attribuire agli operatori sanitari che applicano la legge (la 194) la qualifica negativa contrassegnata dal NON (non obiettori) ed ha ribadito poi le indicazioni della LAIGA per superare le attuali difficoltà, e cioè:
-
la necessità di introdurre incentivi per gli
operatori che applicano la legge, partendo dalla convinzione che "un buon
medico - un buon operatore - non obietta", e disincentivi per quelli che
invece obiettano;
-
la promozione della metodica dell'aborto
farmaceutico, non collegando la somministrazione della RU486 nemmeno
all'hospital day - come già fanno in Francia -;
-
la necessità di giungere, sul piano generale, ad
una normativa più precisa riguardante l'obiezione di coscienza;
-
l'obbligo per
tutte le strutture accreditate che fanno diagnosi prenatale di praticare l'IVG.
Mara
Baronti richiama il cammino che ha portato all'elaborazione di proposte
concrete per contrastare la mancata applicazione della L.194, a partire
dall'obiezione di coscienza, diventata in tante strutture e in intere zone del
paese strumento di boicottaggio della legge, colpendo al cuore
l'autodeterminazione delle donne, di tutte e di ciascuna, nodo nevralgico da
salvaguardare della L.194. Sottolinea in particolare:
- l'esigenza che una donna, nel momento in cui sceglie il proprio medico curante, possa sapere, anzi, abbia il diritto di sapere, se questo medico è obiettore o no (meglio, come suggeriva Lucia Bagnoli, se attua o no la L.194) e ricorda in proposito la ricerca fatta per Libere Tutte da Graziella Rumer Mori, offrendo spunti per formulare la proposta volta ad ottenere la predisposizione di elenchi dei medici obiettori e non obiettori e l’accessibilità degli stessi da parte di chi vi ha interesse;
- la necessità di fare passi avanti nella diffusione dell'aborto farmacologico, della RU486, molto difficilmente accessibile anche in Toscana, nonostante il ruolo pionieristico che la Regione ha assunto.
- l'esigenza che una donna, nel momento in cui sceglie il proprio medico curante, possa sapere, anzi, abbia il diritto di sapere, se questo medico è obiettore o no (meglio, come suggeriva Lucia Bagnoli, se attua o no la L.194) e ricorda in proposito la ricerca fatta per Libere Tutte da Graziella Rumer Mori, offrendo spunti per formulare la proposta volta ad ottenere la predisposizione di elenchi dei medici obiettori e non obiettori e l’accessibilità degli stessi da parte di chi vi ha interesse;
- la necessità di fare passi avanti nella diffusione dell'aborto farmacologico, della RU486, molto difficilmente accessibile anche in Toscana, nonostante il ruolo pionieristico che la Regione ha assunto.
La
consigliera regionale Daniela Lastri, firmataria anch'essa della mozione sulla
194 depositata in consiglio regionale ha ribadito:
-
l'importanza del rapporto fra le/i
rappresentanti delle istituzioni e le associazioni delle donne
(infatti,
è attraverso un percorso basato appunto su questo tipo di relazioni che si è
arrivati alla presentazione della mozione sulle difficoltà relative
all'applicazione della 194),
-
la necessità di implementare il lavoro con le/gli adolescenti, che è stato un po' accantonato e che passa, in
gran parte, attraverso il potenziamento dei consultori come luoghi
d'informazione, di formazione, di avvio della procedura per l'IVG,
-
l'importanza
della presentazione della
mozione, indispensabile anche per
rompere il silenzio che grava su questi temi.
La
deputata Marisa Nicchi, ha illustrato la
mozione presentata dal Gruppo SEL alla Camera dei deputati il 21 maggio,
sull'obiezione di coscienza e 194 (v. allegato).
Ha
parlato della drammaticità dello stato di applicazione della legge ha ricordato
i dati della relazione presentata al Parlamento dal Ministro della salute, da
cui risulta che quasi sette medici su dieci sono obiettori di coscienza.
Si è
soffermata soprattutto:
-
sulla
necessità di valorizzare e ridare piena centralità ai consultori,
-
sulle
difficoltà esistenti oggi in Italia per la scelta dell'aborto
farmacologico (soprattutto a causa dell'obbligo del ricovero ospedaliero nella
maggioranza delle regioni italiane),
-
sull'opportunità
di rendere più difficile il raggiungimento dei livelli apicali per i
medici obiettori,
-
sulla
necessità di assumere personale non obiettore.
Antonio
Panti, presidente della Federazione
regionale dell'Ordine dei Medici si è soffermato in particolar modo su alcuni
punti sollevati nel dibattito.
-
per quanto riguarda le difficoltà relative
all'utilizzo della RU486, sarebbe opportuno, per superarle, che il Consiglio regionale chiedesse al
Consiglio Sanitario regionale un parere su tale metodica e sulle sue concrete
applicazioni,
-
in relazione
alla compilazione di elenchi di medici obiettori e non, il problema è il
bilanciamento tra privacy e trasparenza. Ma è indubitabile che la persona che
sceglie un medico debba conoscere tutte le sue caratteristiche professionali,
-
per quanto riguarda la possibilità di assunzioni di personale
sanitario non obiettore (o, meglio, che applica la legge), va considerato che
ciò è sicuramente possibile tramite assunzioni a contratto a tempo determinato,
mentre è più difficoltoso attraverso concorsi per posti a tempo indeterminato,
che potrebbero incorrere nell'accusa di essere discriminatori.
-
occorrerebbe portare delle situazioni concrete
riguardanti queste problematiche al vaglio della Corte di Cassazione e/o della
Corte Costituzionale, in modo da porre, attraverso la via giurisdizionale, la
questione della tutela effettiva del diritto
della donna all'interruzione di gravidanza (così come è stato fatto per la PMA), che per questa via
è stata di fatto svuotata di contenuto e ne sono stati ridotti i danni,
-
c'è la necessità di inserire nei corsi di
formazione delle laureande e dei laureandi il tema della 194
La
consigliera regionale Monica Sgherri ha illustrato la mozione presentata da varie consigliere e consiglieri alcuni
giorni fa in Regione (v. allegato).
Ha
messo in rilievo il fatto che la mozione è stata elaborata in seguito ad un rapporto positivo
sviluppatosi fra le consigliere regionali di maggioranza e le associazioni
Artemisia, Il Giardino dei ciliegi, Intersexioni, Libere Tutte, Rete delle
donne “Io difendo la 194”, Se non ora quando
Ha
sottolineato alcuni punti della mozione e cioè:
-
l'esigenza di determinare i parametri di
personale sanitario per garantire la piena applicazione della legge 194/78,
-
la necessità di tutelare la
professionalità del personale non obiettore da non relegare
esclusivamente ai servizi di IVG,
-
l'esigenza di potere
accedere agli elenchi dei medici obiettori e non obiettori.
Milli
Virgilio, avvocata, esprime il suo
compiacimento per l'iniziativa, particolarmente importante in un momento in cui
c'è un quasi totale silenzio, a sinistra, sulla 194 e le sue difficoltà di
applicazione.
L'unico
a porre l'accento sulla necessità di una piena applicazione della 194 è il
Movimento per la vita, che rivendica il diritto di entrare nei Consultori, evidentemente per
fare opera di dissuasione sulle donne che chiedono l'IVG.
Da
Firenze potrebbe nascere un vero e proprio Laboratorio per la piena attuazione
della legge nella direzione del rispetto della volontà e
dell'autodeterminazione della donna.
In
effetti l'obiezione di coscienza è il punto debole della 194, che inserisce un
cuneo in una normativa basata in gran parte sul principio
dell'autodeterminazione della donna.
Per
contrastare e rovesciare questa situazione bisogna agire su più fronti:
-
raccogliere dati (p.e.: sugli operatori sanitari
non obiettori, disaggregati per età),
-
riaprire la discussione ai vari livelli
istituzionali, in Parlamento e nelle
Regioni
-
mettere a fuoco le possibilità di intervento per
ottenere la pubblicità degli elenchi dei medici obiettori e non obiettori (fare
cause pilota come per la legge 40 sulla PMA),
L'attività
di base, di laboratori sul territorio, è indispensabile per un'opera di
sensibilizzazione e per l'apertura di vertenze di carattere generale.
Altri
interventi dal pubblico hanno posto l'accento sulla necessità di fare formazione nelle scuole su questi temi
Per concludere,
sintetizzando le proposte emerse nel corso dell'incontro, si è rilevato che
occorre:
-
impegnarci a seguire il percorso delle mozioni
presentate sia alla Regione che alla Camera, per sostenerle e farne dei punti
di riferimento per altre iniziative;
-
verificare
la possibilità di fare cause pilota, da far giungere agli organi giurisdizionali competenti (in
questo caso il TAR o, come già accaduto
per la legge 40, la Corte Costituzionale),
-
aprire delle vere e proprie vertenze per il
potenziamento dei Consultori, in modo che agiscano, specialmente nei confronti
delle/degli adolescenti, sul piano della prevenzione, dell'informazione
dell'educazione sessuale, dell'uso delle pratiche contraccettive;
-
operare per una sempre maggiore diffusione della
metodica dell'aborto farmacologico, individuando le modalità che lo possano
rendere più agevole.
Tutto
questo deve portare alla realizzazione di un vero e proprio laboratorio per la
piena applicazione della 194, su cui avere,
un incontro di verifica sul tipo di quello promosso oggi.
Luisa
Petrucci, Anna Picciolini, Sergio Tamborrino, Lea Fiorentini
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