(foto dal sito alba.pistoia.it)
Intervista a due donne residenti in Grecia di Zoé Varier (France Inter)
Marie Laure
Marie Laure è una interprete francese che vive e lavora da 20 anni nel nord della Grecia.
ZV. Mi può spiegare in che modo la sua vita è cambiata da quando il Paese è sotto sorveglianza finanziaria?
Praticamente da un punto di
vista finanziario non sono mai stata ricca, non avevo un bel conto in
banca e così sono stata colpita più duramente e più rapidamente di
altri. Le condizioni di lavoro sono peggiorati e i salari sono
diminuiti.
ZV. E’ successo a lei direttamente?
Si,
mi hanno proposto, per manteneere il mio posto di lavoro in azienda, di
inquadrarmi come operaia, con qualificazione zero e salario
corrispondente, mentre prima lavoravo come assistente all’export, un
posto qualificato che richiedeva la conoscenza di più lingue. Risultato:
lavoro ora a metà del mio salario precedente.
ZV. Quanto guadagna ora?
All’inizio della mia carriera prendevo 1.400 Euro e adesso ne prendo 780.
ZV. Da un giorno all’altro?
Si.
ZV. E qual’è la sua qualifica?
Ho un alto profilo: due lauree e vari certificati di lingua.
Abito
a Egio nel Peloponneso a 25 km da Patrasso. E’ una piccola città di
25-30.000 abitanti che soffriva già di un alto tasso di disoccupazione.
Ma ora la situazione è catastrofica. Il mio compagno, diplomato, è
disoccupato e senza sussidio da 10 mesi. Il tasso di disoccupazione
ufficiale deve essere intorno al 32% ma il dato effettivo è molto più
alto perché molta gente non si iscrive più all’ufficio del lavoro perché
sa che non riceverà nessuno aiuto. Quindi non fa lo sforzo di fare le
pratiche. E una cosa si è enormemente sviluppata da quando c’è la crisi e
cioè il lavoro precario, con orari impossibili e nessuna copertura.
C’è stata una decisione del
governo che permette ai padroni di non applicare più i contratti
nazionali di categoria. Ed è quello che è successo nella mia azienda.
Avevamo un contratto molto buono che ci proteggeva bene e poi ci siamo
trovati nelle stesse condizioni di tutti i salariati greci, livellati
verso il basso. In seguito i padroni sono stati assolutamente liberi di
fare quello che volevano. Il salario minimo è passato da 751 a 592 euro
netto. E ora siamo passati a 480 euro netto, con dei prezzi al consumo
paragonabili alla Francia. Evidentemente non si può vivere con quello.
ZV. Com’è la vita ora per lei?
Beh,
si parla di depressione economica ma io vedo anche una depressione
sociale, collettiva. Abbiamo lottato molto dal 2011 quando si parlava
del primo memorandum. Ci siamo riuniti, eravamo numerosi e indignati, ci
trovavamo tutte le sere e ci mobilitavamo. Ora ognuno si trova a casa
sua perché bisogna dare la priorità alla sopravvivenza.
ZV. Sopravvivenza è la parola giusta?
Si.
Io ero in affitto con i miei due figli e siamo stati costretti a
lasciare la casa e a trasferirci dal mio compagno. Non abbiamo ancora
problemi di alimentazione. Ma tutto il resto è rimesso in discussione.
ZV. Si spieghi
Io
e i miei figli suoniamo, la musica è l’unica cosa di lusso che abbiamo,
ma che per noi è importante specialmente quando la vita si fa così
dura, per mantenere un po' di buon umore. Ebbene possiamo continuare i
nostri corsi solo grazie ad una rete di solidarietà famigliare e amicale
francese, che ci invia quasi 300 euro tutti i mesi. Altrimenti sarebbe
impossibile. Non possiamo avere altre pretese.
ZV. Quale vita le si prospetta?
Siamo
entrati in una spirale infernale dove si continuano ad applicare misure
veramente disumane che devastano tutto: la salute, l’educazione, tutto.
A livello della sanità posso raccontarvi un’esperienza personale. Mio
suocero è morto l’anno scorso di leucemia. Aveva bisogno di trasfusioni
di sangue che normalmente richiedono un ambiente asettico. Beh, è stato
messo in un corridoio perché non c’erano più camere per accoglierlo; non
c’era personale per occuparsi di lui. C’è stato chiesto più volte di
portare materiale da casa per poter effettuare le trasfusioni e abbiamo
dovuto litigare perché potesse almeno morire degnamente in una camera.
E a livello dell’educazione,
l’anno scorso abbiamo avuto un sacco di problemi con i libri scolastici
che non venivano forniti perché la tipografia nazionale non aveva più
abbastanza carta per stamparli. Quest’anno mancano tantissimi
insegnanti. I bambini vengono stipati in altre classi. Non sono
assolutamente previsti i fondi per pagare il riscaldamento nelle scuole.
Ho l’impressione di andare a sbattere contro un muro.
ZV. Cosa intende per il muro?
Beh,
si sta già erigendo con Alba Dorata, il partito neonazista che
raccoglie molta adesione. Gli si da tra il 10 e il 12 % nei sondaggi. Ha
avuto il 7 % nelle ultime elezioni.
ZV. Si fa sentire nella sua città?
Si,
hanno appena aperto un ufficio. Ci sono già stati scontri violenti a
Patrasso e altrove. Sono scesi ai mercati, aggredendo fisicamente i
venditori dalla pelle scura. Quel che è terribile è che si vede una
banalizzazione delle loro tesi. Molta gente intorno a noi dice che non
li voteranno ma che hanno ragione: c’è troppa insicurezza. La gente che
dice questo non sa che cosa è l’insicurezza. La sicurezza è innanzitutto
sapere cosa ci succederà domani. Ci sono dei tabù che si infrangono. Il
loro discorso è ripreso da tanti partiti, non solo di destra. E’ un
gioco pericoloso.
ZV. Ho sentito che Alba Dorata organizza reti di mutuo aiuto. E’ vero?
Un’azione
che hanno già messo in piedi a Egion è una donazione del sangue
strettamente riservata ai greci... Fa venire i brividi. Ma c’è anche una
violenza sorda. E quando la gente comincerà ad avere fame sarà ancora
peggio. Quando dovremo pagare cifre esorbitanti per avere l’acqua
potabile, per curarci e nello stesso tempo abbiamo condizioni di lavoro
molto degradate è chiaro che ci si sente in insicurezza. Saremmo matti a
sentirci bene. E facilmente si diventa violenti.
Si parla solo di economia alla TV, tra di noi. Ci colpevolizzano. Avremmo sbagliato qualche cosa. Ma che cosa abbiamo fatto?
ZV. Anche in Francia si dice che è colpa dei Greci che non hanno pagato le tasse.
Non
è vero. Si, io non pagavo tasse prima ma perché guadagnavo 10.500 euro e
ho due figli da mantenere. Ora il mio reddito, con il quale dobbiamo
vivere in quattro, è imponibile perché non esiste più una soglia minima
di tassazione. Anche un disoccupato che prende 359 euro al mese sarà
tassato.
ZV. Mentre gli armatori hanno mantenuto le loro esenzioni fiscali...
Idem per la Chiesa che è il più grande proprietario fondiario della Grecia.
Nessuno prevede più di
mettere il gasolio per scaldarsi quest’inverno. Diventerà anche un
problema ambientale perché i boschi saranno saccheggiati; bisognerà pur
scaldarsi con qualcosa. Si vedono già della macchine targate Atene che
vengono fin qua per fare la legna. Ciò vuol dire che affrontiamo un
problema grave di povertà.
Rischiamo di perdere le
nostre case. Conosco molta gente che è sull’orlo dello sgombero perché
non riesce a pagare i debiti. Ora quando qualsiasi debito verso il fisco
supera i 3.000 euro si può procedere ad una requisizione dei beni
immobiliari, incluso della prima casa, ciò che era vietato prima. Ora
quel diritto è saltato.
ZV. Le sembra di essere una specie di laboratorio per la Troika?
Si,
pare che ci riescono. Abbiamo cercato di dare l’assalto al parlamento e
ci hanno respinto ma ora hanno trovato un’arma ancora più forte: la
paura.
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RICAPITOLAZIONE DELLE MISURE DI RIFORMA DALL’INZIO DELLA CRISI
Gennaio 2010: 1° Piano per
uscire dalla crisi: blocco delle assunzioni nel pubblico impiego;
sostituzione di 1 su 5 dipendenti pubblici andati in pensione; tagli nei
premi.
Marzo 2010: riduzione della 13° e della 14° nel P.I.; innalzamento dell’IVA; blocco delle pensioni.
Maggio
2010: 1° Memorandum: aiuto di 110 miliardi euro in cambio di un piano
di austerità; nuova riduzione della 13° e 14° nel P.I.; sospensione
della 13° e 14° dei pensionati; blocco dei salari nel P.I.; nuovo
aumento dell’IVA.
Luglio 2010: riforma del
sistema pensionistico: riduzione delle pensioni e innanlamento dell’età
pensionabile a 65 anni dal 2013.
Dicembre 2010: abbassamento dei salari nel P.I., riforma che introduce
l’abbassamento dei salari nel settore privato. Ormai gli accordi
aziendali prevalgono sui contratti nazionali.
Giugno 2011: nuovo programma di riforme con l’obiettivo di risparmiare
28 miliardi di spesa pubblica; sostituzione di 1 pensionato su 10;
abbassamento della soglia imponibile da 12.000 a 8.000 euro annui;
creazione di una tassa di solidarietà del 5% sui redditi superiori ai
12.000 euro; inizio della privatizzazione delle imprese pubbliche.
Ottobre 2011: cassa
integrazione per 30.000 dipendenti pubblici entro la fine dell’anno;
creazione di una griglia di salari unica; blocco dei contratti;
abbassamento della soglia imponibile a 5.000 euro l’anno.
Febbraio 2012: 2°
Memorandum: aiuto di 148 miliardi contro un nuovo piano di austerità:
abbassamento del salario minimo del 22%; abbassamento del 32% dei salari
per i giovani minori ai 25 anni; arresto degli scatti di anzianità;
nuova cassa integrazione nel corso dell’anno per 15.000 dipendenti
pubblici; abbassamento del 15 % delle pensioni complementari;
soppressione di 150.000 posti di lavoro nel P.I. da qui al 2015; non
sostituzione di 4 dipendenti pubblici su 5; riduzione delle spese
sanitarie; abbassamento degli assegni famigliari.
Settembre 2012: la Troika
suggerisce di far lavorare i greci sei giorni alla settimana; FMI e BCE
chiedono una revisione totale del diritto del lavoro che faciliti i
licenziamenti e riduca le indennità.
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Sofia
Sofia
ha una farmacia nel centro di Atene. Il suo mestiere è la sua
vocazione. Ma da quando il Paese è in crisi si trova in una situazione
impossibile. Il governo non rimborsa più i medicinali e lei si trova
confrontata ogni giorno con malati che non hanno i soldi per curarsi,
impotente di fronte al caos. Fa l’impossibile, distribuisce farmaci
quando può, anche a costo di fare fallimento
ZV. Come descriverebbe la situazione?
E’
come se fossimo in guerra, una situazione di penuria. Ci sono delle
persone disoccupate che non ricevono nessun sussidio o aiuto pubblico.
Loro e le loro famiglie non sono più coperte dall’assicurazione malattia
quindi neanche i bambini ricevono più assistenza. Non possono ricevere
le vaccinazioni necessarie perché i genitori non possono pagare i
vaccini che prima erano forniti dal Ministero della Sanità. Siamo in una
situazione di crisi umanitaria.
ZV. Arriva gente che le chiede credito per poter avere i medicinali?
Si,
e il numero aumenta di giorno in giorno. Ed è lo stesso in tutte le
farmacie. E’ penoso. Molti di noi fanno credito pur sapendo che non
saremo mai rimborsati. Ma parlo ancora del periodo in cui le aziende
farmaceutiche ci procuravano le medicine e dovevamo pagarle in seguito,
due, tre mesi dopo. Ora da qualche mese i laboratori ci obbligano a
pagare cash. Questo ci rende la vita molto difficile perché siamo senza
soldi.
ZV. Quindi avete sempre meno medicinali?
Si,
non abbiamo più stock. Ci sono meno medicinali in tutte le farmacie.
Spesso mancano alcuni farmaci sul mercato. I laboratori non li
procurano, non importano certi farmaci che vengono dall’estero perché
hanno paura di non ricevere i soldi.
ZV. Che cosa manca per esempio adesso?
Qualche
mese fa non c’era l’aspirina della Bayer, un farmaco molto comune; poi
certi farmaci per lo stomaco, per il cancro,... Novartis, la Roche, e
altri rifiutano di rifornire persino gli ospedali in questo momento.
Adesso la gente che fa la chemio deve avvisare settimane prima il
Ministero e questo si occupa di trovare il farmaco. Ma è individuale,
non c’è stock. In 35 anni non ho mai visto una roba del genere. Siamo in
un’impasse.
Ci sono anche molte
restrizioni sugli esami da fare in ospedale. Non c’è materiale sanitario
di uso comune come il cotone, l’alcol, le garze,... La gente lo deve
portare da casa. Ci sono ospedali chiusi adesso. Per ottenere un esame
in un ospedale pubblico bisogna prenotare 3, 4 mesi prima. S’immagina
una persona che ha un’urgenza. E anche negli ospedali pubblici bisogna
pagare ora e i prezzi sono simili a quelli dei privati. Hanno distrutto
tutto un sistema di salute pubblico. L’altro giorno verso le 18 è
passata in farmacia una signora con un bimbo che veniva dall’ospedale
qui vicino e mi ha detto che aveva aspettato la visita dalle 10. C’era
solo un medico per visitare 140 bambini. Si immagini le condizioni di
lavoro di questa dottoressa.
Il Presidente dei Medici del
Mondo qui in Grecia mi ha detto chi ci sono già dei bambini che non
mangiano alla loro fame, bambini che svengono a scuola. E questi casi
aumentano.
ZV. Come reagite?
Ne
parliamo, informiamo il mondo e cerchiamo solidarietà. Ora sta
succedendo in Grecia ma domani può succedere in un altro Paese europeo. A
maggio ho partecipato ad una conferenza europea sulle conseguenze delle
misure di austerità sulla salute e lì ho riconosciuto la situazione di
vari altri Paesi come se fosse l’inizio di quello che è successo in
Grecia. C’è una politica di privatizzazione della sanità ovunque.
ZV. Come reagite? Avete ancora speranza?
Continuiamo
a lottare. Se siamo in mezzo al mare bisogna nuotare, cercare di tenere
la testa fuori dell’acqua. Non so cosa avverrà domani. Cerchiamo di
riprendere fiato. Eravamo delle persone che avevano dei sogni per il
futuro nostro e dei nostri figli e ora tutto un tratto ci dicono:
“Sapete, avete un debito da pagare per i 50 anni a venire.” Non sappiamo
a quanto ammonta questo debito, a chi lo dobbiamo e perché. Allora
adesso la nostra priorità è di rimanere vivi. Ecco tutto.
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Restare
vivi in un Paese in vendita. La Grecia è in vendita al taglio: la
Compagnia dell’acqua: in vendita; le ferrovie: in vendita, le compagnie
di gas e elettricità: in vendita; le isole: in vendita; gli aeroporti
regionali: in vendita e la lista continua ad allungarsi. La Grecia vende
i suoi beni per alleggerire il suo debito, si svende, svende le sue
risorse umane e materiali. Fino a quando? Gli argentini hanno sopportato
per tre anni il FMI prima di cacciarlo. Per quanto tempo i greci
sopporteranno questo? E se il FMI si fosse sbagliato? Alcuni economisti
del Centro di ricerche economiche e politiche di Washington hanno
scritto in un rapporto in cui accusavano il FMI di aver sottovalutato
gli effetti recessivi dell’austerità, che giudicavano inefficaci le
ricette della Troika. Qualche giorno fa, in Giappone, i finanziatori del
FMI ammettevano che la gestione della crisi è stata catastrofica e che
ha portato all’esatto contrario di ciò che era previsto. Tutti i Paesi
in cui è intervenuto il FMI sono in uno spiraglio di crollo economico e
di esplosione del debito.
In Grecia tutti gli
indicatori sono sul rosso. La Grecia si affonda nella recessione. Alla
fine dell’anno il livello di vita della popolazione si sarà abbassato
della metà rispetto al 2008. Il Paese ha perso un quinto della sua
ricchezza. Il tasso di disoccupazione raggiungerà il 28, 29% nel 2013.
Quello dei giovani supera già il 50%. Il salario orario greco è il più
basso della zona euro. E il debito pubblico è sempre superiore al 170%
del PIL. Restare vivi, ma come?
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